Forse avevo cinque o sei anni quando mio padre, con una vecchissima Kodak a soffietto, cercava di farmi qualche fotografia dicendomi che le foto sarebbero rimaste chiuse dentro la macchina fino a quando il fotografo non le avesse sviluppate.
Purtroppo la mia curiosità era troppa per aspettare di finire il rullino, di portare la macchina al fotografo e di vedere se le foto erano “venute”; così di nascosto presi la macchina fotografica custodita nel cassetto del comò e l’aprii per vedere dove stavano queste benedette fotografie. Trovai solo un rotolo di pellicola grigio, che srotolai e riavvolsi diverse volte (facendogli prender luce), ma di fotografie nessuna traccia!
Ricordo ancora mio padre, piuttosto sconsolato al ritorno dal fotografo, che non si capacitava del fatto che le foto non erano venute, visto che la sua Kodak, fino a quel momento, non l’aveva mai tradito!
Dalla Kodak a soffietto, vittima dei miei primi esperimenti, sono passato all’Agfa Rapid che prendevo a noleggio all’età di 12 anni con la paghetta, e pian piano comprai prima una Retinette e poi tante altre fotocamere, fino alle odierne digitali.
Il primo corso di fotografia lo feci con il prof. Duprè di Firenze e presto cominciai ad unire allo studio della fotografia quello del volo, fino a conseguire il brevetto di pilota nel lontano 1979 e a convogliare le due passioni nella sintesi perfetta che è la fotografia aerea.
In questi oltre quarant’anni la macchina fotografica è stata una fedele compagna della mia insaziabile curiosità, aiutandomi a diventare un’attento osservatore di tutto ciò che mi circonda, sono entrato a contatto con situazioni a volte molto diverse tra di loro, quali l’archeologia, impianti industriali, paesaggi, opere di design , musei e persone.
Alla fotografia debbo molta riconoscenza per tutte le esperienze, le conoscenze e la cultura che mi ha presentato, parti fondamentali del mio background, che quotidianamente metto a disposizione del mio lavoro e dei miei clienti.